La Fondazione Magnani-Rocca è una raccolta privata d'arte antica e moderna.
La Fondazione Magnani-Rocca è una raccolta privata d'arte antica e moderna nata per volontà di Luigi Magnani, critico d'arte e collezionista. Si trova in via Fondazione Magnani-Rocca, 4 a Mamiano, frazione di Traversetolo, vicino Parma.
Il museo espone opere di: Gentile da Fabriano, Albrecht Dürer, Vittore Carpaccio, Tiziano, Rubens, Van Dyck, Francisco Goya, Claude Monet, Auguste Renoir, Paul Cézanne, Giorgio Morandi (50 opere), Giorgio De Chirico, Filippo De Pisis, Gino Severini, Alberto Burri, Johann Heinrich Füssli, Nicolas de Staël, Lippo di Dalmasio, Filippo Lippi, Domenico Ghirlandaio, Lorenzo Costa, Martin Schongauer e sculture di Antonio Canova e di Lorenzo Bartolini.
Nel 1977 Luigi Magnani decise di onorare la memoria del padre Giuseppe e della madre Donna Eugenia Rocca creando, con il supporto dell'allora Cassa di Risparmio di Parma, una fondazione che avesse come finalità lo sviluppo e la promozioni di attività culturali legate al mondo dell'arte, della musica e della letteratura. Il 15 marzo 1978 la fondazione veniva riconosciuta con Decreto del Presidente della Repubblica.
Luigi Magnani destinò allora la villa di Mamiano, che è aperta come museo dal 1990. In essa è esposta la straordinaria collezione d'arte che va dal Medioevo al Novecento, con opere di grandi maestri italiani ed europei.
La villa mantiene anche arredi antichi ed è circondata da un parco storico.
Percorso espositivo.
Atrio.
L'atrio, col grande scalone, sono esempi tipici del gusto neobarocco lombardo e risalgono al primo nucleo della villa. Vi si trovano due affreschi a monocromo di Giovan Battista Tiepolo e provenienti da Palazzo Sagredo a Venezia. Si tratta del Ritrovamento di Mosè e Apollo e Mida (1750). Qui si trova la grande coppa in malachite, dono dello Zar Alessandro I a Napoleone, opera dello scultore e orafo francese Philippe Thomire, con sfingi alate in bronzo dorato.
Sala Van Dyck.
Questa sala è dedicata ai maestri dell'arte barocca fiamminga, Anton van Dyck, con il grandioso Giovanni Paolo Balbi a cavallo (1627), e Pieter Paul Rubens, con il Ritratto di Ferdinando Gonzaga (1604-1605), dalla Pala della Trinità dei Gesuiti già a Mantova dove tutta la famiglia Gonzaga era raffigurata in adorazione della Trinità. Il mobilio della sala è opera dell'ebanista parigino Jacob Desmalter, considerato il più raffinato mobiliere dello stile Impero.
Sala Goya.
La sala successiva è intitolata a Francisco Goya, del quale è esposto la Famiglia dell'infante don Luis (1783-1784), un dipinto a lungo tempo non visibile poiché conservato in altre collezioni private. Il Ritratto di Maria Luigia duchessa di Parma di George Dawe (1818) è tipico della pittura neoclassica, mentre il dipinto Gertrude, Amleto e il fantasma del padre di Amleto di Johann Heinrich Füssli (1793) ha un'impostazione più visionaria e teatrale. Più accademico è il Combattimento tra Romani e Sabini interrotto dalle Sabine, opera di fine del XVIII secolo di Julien de Parme.
Sala Dürer.
La sala è dedicata al caposcuola tedesco Albrecht Dürer, del quale sono esposte alcune incisioni a bulino (Adamo ed Eva, San Gerolamo nella cella e la conosciutissima Melencolia I), accanto a una Madonna di Bagnacavallo, suo capolavoro risalente probabilmente al suo primo viaggio in Italia del 1495, dove fonde elementi italiani e nordici.
Qui sono esposte anche alcune opere tra le più antiche della fondazione, come una Madonna della scuola romana del XI-XII secolo di Pietro di Belizio e Belluomo, una Madonna col Bambino e Santi di Mello da Gubbio, testimonianza della scuola umbra del Quattrocento e il trittico con l'Incoronazione della Vergine e Santi, opera senese di fine del Trecento di Giovanni del Biondo.
Sala Tiziano.
Questa grande sala è dedicata alla Sacra Conversazione Balbi di Tiziano Vecellio (1512-1514 circa), una delle prime opere acquistate da Luigi Magnani. Altre opere sono le Stimmate di san Francesco di Gentile da Fabriano (1415 circa), la Madonna col Bambino di Filippo Lippi (1450 circa) e il Cristo morto sorretto da due angeli di Vittore Carpaccio.
Due sono le Adorazioni dei Magi di scuola ferrarese del primo Cinquecento, una di Ludovico Mazzolino e una di Giovan Battista Benvenuti, mentre la scuola fiorentina è testimoniata dal San Pietro martire di Domenico Ghirlandaio. È un'opera del manierismo invece la Madonna di Domenico Beccafumi, databile tra il 1540 e il 1550.
Qui si trova anche la statua di Tersicore di Antonio Canova (1811).
Sala del Novecento italiano.
Al primo piano si trovano le sale di arte moderna e contemporanea, dalla seconda metà del XIX secolo fino agli anni recenti.
La sala ospita opere dei più famosi maestri del Novecento italiano, dalle opere di Filippo De Pisis (tutte della fase di maturità artistica), a quelle di Alberto Burri, di Gino Severini, di Leoncillo, Renato Guttuso, Mario Mafai, Carlo Mattioli (Nudo), Giorgio de Chirico (Enigma della partenza). Tra le sculture esposte si trovano due bassorilievi di Giacomo Manzù: Orfeo e San Giorgio (1972).
Sale Morandi.
La due sale Morandi (una dedicata alla pittura e una alle opere grafiche) espongono la straordinaria raccolta di cinquanta opere di Giorgio Morandi tra oli, acquerelli, disegni e incisioni, e venne allestita quando l'artista era ancora in vita. Luigi Magnani fu amico di Morandi da quando gli venne presentato nel 1940 dal critico Brandi. La collezione, oltre alle celebri nature morte, permette di valutare tutto il percorso artistico del pittore, compreso un autoritratto, due paesaggi (di Grizzana e del cortile di via Fondazza a Bologna) e un raro dipinto metafisico, testimonianza della sua breve adesione al movimento.
Sala Cézanne,
La sala è dedicata a Paul Cézanne, del quale sono conservati un olio e cinque acquarelli, tra il quali spicca Tasse et plat de cerises (1890).
Sala Impressionisti
Chiude il percorso museale la sala dedicata all'Impressionismo, con nomi di maestri molto rari nelle collezioni museali permanenti italiane. Di Claude Monet si trova una tela della serie delle Scogliere di Pourville, in questo caso dedicata alla luce dell'alba. Di Auguste Renoir sono invece Paysage de Cagnes e Les poissons, opere della tarda maturità del pittore (inizio del XX secolo), caratterizzate da un colore brillante e da una consistenza pastosa della luce.
Completano la sala opere del secondo dopoguerra di Hans Hartung, Jean Fautrier, Wols e Nicolas de Staël.
Il parco.
La villa è circondata da un parco all'inglese di circa 12 ettari, con varie specie vegetali disposte in maniera il più possibile naturale, tra arboreti, alberi monumentali isolati e arbusti. L'impianto attuale risale rispetta quello dell'inizio dell'Ottocento, con alcune implementazioni successive. Predominano le specie arboree ad alto fusto, tra i quali spiccano per pregiatezza i Cedrus atlantica, Cedrus libani, Sequoia sempervirens, Quercus robur e Platanus hybrida.
Due aree sono state destinate a giardino all'italiana di impianto formale con aiuole geometriche ornate di bosso. Alle spalle della villa si trova un vasto prato, attraversato da una prospettiva di sei colonne ioniche in marmo, provenienti da una chiesa del Sud-Italia distrutta durante la seconda guerra mondiale.
Il giardino è stato inoltre ripopolato di animali come pavoni e altre specie.
La "Résurrection des mannequins" di Man Ray in mostra
Le foto della celebre Exposition Internationale du Surréalisme: i manichini surrealisti di Tanguy, Ernst, Duchamp, Man Ray, Dalí e di altri maestri del Surrealismo. In mostra alla Magnani Rocca fino al 30 giugno 2013.
Delvaux e il Surrealismo
Tele dominate da baluginanti nudità, da scheletri implicati in scene religiose. Le mostre di Paul Delvaux hanno destato scandalo, come la retrospettiva di Ostenda del 1962, che consacrerà definitivamente l’artista sul piano internazionale, vietata ai minori di diciotto anni. Oppure la Biennale di Venezia del 1954, nella quale il patriarca, futuro papa Giovanni XXIII, proibì ai preti l’eccesso di una pittura che avrebbe potuto turbarli.
Claude Monet
Lo straordinario paesaggio delle scogliere di Pourville appartiene a una serie di cinque opere, eseguite da Claude Monet tra il gennaio e il marzo del 1897.
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Francisco Goya
Una delle opere più rappresentative della collezione di Luigi Magnani è il grande quadro "La famiglia dell’infante don Luis" di Goya che domina una delle più belle sale della Villa dei Capolavori.
Lorenzo Bartolini
Tra le opere della collezione Magnani è possibile ammirare la splendida Ninfa del Deserto di Lorenzo Bartolini, un capolavoro in marmo bianco.
Pierre-Philippe Thomire
Coppa in malachite sostenuta da un tronco di palma e tre chimere in bronzo dorato. Stile Impero; Parigi (verso il 1807). Malachite (scaglie) e bronzo dorato, base in legno; ø …
Tiziano
Sacra Conversazione: Madonna con il Bambino e i Santi Caterina e Domenico con il donatore (circa 1513). Olio su tela, cm 137 x 184. Proviene da Palazzo Balbi di Piovera …
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