A pochi passi da Piazza San Marco si trova uno dei più interessanti complessi artistici di Venezia: Palazzo Querini Stampalia.
A pochi passi da Piazza San Marco si trova uno dei più interessanti complessi artistici di Venezia: Palazzo Querini Stampalia, sede dell'omonima Fondazione voluta nel 1868 dal conte Giovanni, ultimo dscendente dei Querini Stampalia, dove si conserva l'intero patrimonio dell'antica famiglia veneziana.
Secondo la tradizione araldica i Querini hanno origine antichissima.
Il ramo che visse a Santa Maria Formosa era conosciuto prima con l'appellativo degli "Zii", cioè dei gigli che erano raffigurati nel loro stemma e successivamente, per evitare la confusione con gli altri numerosi rami, si identificò aggiungendo al proprio nome quello di "Stampalia" traendolo dal possesso feudale dell'omonima isola dell'Egeo.
Alcune testimonianze attestano la loro presenza a Santa Maria Formosa già dal XIII sec. ma si possiedono maggiori notizie solo dalle fine del XV sec.
Una prima fonte iconografica di fondamentale valore è certamente la pianta di Venezia di Jacopo de' Barbari che documenta la presenza di due edifici distinti in campo Santa Maria Formosa dove più tardi verrà sviluppato e ampliato il palazzo di famiglia.
Per i nobili veneziani la residenza ufficiale in città, ed in particolar modo la facciata del palazzo alla quale si cercava di dare sempre la massima visibilità, costituiva una finestra sul mondo per manifestare il proprio potere e ricchezza e per far conoscere il ruolo politico e sociale della famiglia.
Nella fabbrica di palazzo Querini Stampalia, fin dal medioevo ed in particolare dal primo cinquecento in poi, era d'uso ad ogni matrimonio e ad ogni morte di un maschio maggiorenne dare una nuova suddivisione del palazzo in appartamenti, provvedendo ad abbellire le sale con nuovi stucchi, affreschi, marmi, tessuti ed arredi.
Alcuni documenti attestano un significativo ampliamento del palazzo nel 1513-14 sotto la committenza di Nicolò Querini e un altro cospicuo intervento nel 1515-18 quando vennero spesi dei denari per un ulteriore ampliamento, riparazione ed abbellimento della residenza.
Il primo lotto di interventi si concluse entro il 31 luglio 1525.
Durante i lavori Palma il Vecchio venne incaricato di decorare la "Camera d'oro" nella quale si trovava anche un caminetto in marmo finemente arricchito con lo stemma di famiglia che riprendeva la cinquecentesca facciata appena realizzata probabilmente dalla cerchia dei Lombardo.
Tra il 1614 e il 1654 viene acquistata una proprietà a confine e il palazzo di fronte al rio, oggi di proprietà della parrocchia e tra il 1660 e il 1710 si ha l'unificazione delle due antiche case cinquecentesche. A questa serie di interventi va ricondotta la realizzazione di un ponte aereo che univa il palazzo con il nuovo acquisto di fronte al rio e un ulteriore ponte aereo, tutt'ora esistente, che univa il palazzo alla chiesa di S. Maria Formosa.
Ulteriori lavori di riordino della residenza vennero realizzati tra il 1789 e il 1797 in occasione del matrimonio tra Alvise Querini e Maria Teresa Lippomano; al palazzo venne aggiunto il terzo piano e l'apparato decorativo del portego e della camera nuziale venne arricchito con gli affreschi di Jacopo e Vincenzo Guarana, con gli interventi dell'ornatista Giuseppe Bernardino Bison e degli stuccatori Giuseppe e Pietro Castelli.
Nel corso del XIX secolo non ci furono particolari interventi architettonici tuttavia il conte Giovanni, decise di trasferire la propria abitazione al primo piano del Palazzo, affittando l'intero piano nobile al Patriarca di Venezia.
Nel 1869 alla morte di Giovanni, il Palazzo di Santa Maria Formosa divenne la sede della Fondazione da lui voluta; al primo piano venne allestita la biblioteca, aperta nelle ore e nei giorni in cui tutte le altre sono chiuse e al piano nobile vennero raccolti i dipinti, gli arredi, le porcellane, le sculture e gli oggetti d'arte che permisero di riallestire ed aprire al pubblico la dimora storica della nobile famiglia veneziana.
Secondo la tradizione araldica i Querini hanno origine antichissima.
Il ramo che visse a Santa Maria Formosa era conosciuto prima con l'appellativo degli "Zii", cioè dei gigli che erano raffigurati nel loro stemma e successivamente, per evitare la confusione con gli altri numerosi rami, si identificò aggiungendo al proprio nome quello di "Stampalia" traendolo dal possesso feudale dell'omonima isola dell'Egeo.
Alcune testimonianze attestano la loro presenza a Santa Maria Formosa già dal XIII sec. ma si possiedono maggiori notizie solo dalle fine del XV sec.
Una prima fonte iconografica di fondamentale valore è certamente la pianta di Venezia di Jacopo de' Barbari che documenta la presenza di due edifici distinti in campo Santa Maria Formosa dove più tardi verrà sviluppato e ampliato il palazzo di famiglia.
Per i nobili veneziani la residenza ufficiale in città, ed in particolar modo la facciata del palazzo alla quale si cercava di dare sempre la massima visibilità, costituiva una finestra sul mondo per manifestare il proprio potere e ricchezza e per far conoscere il ruolo politico e sociale della famiglia.
Nella fabbrica di palazzo Querini Stampalia, fin dal medioevo ed in particolare dal primo cinquecento in poi, era d'uso ad ogni matrimonio e ad ogni morte di un maschio maggiorenne dare una nuova suddivisione del palazzo in appartamenti, provvedendo ad abbellire le sale con nuovi stucchi, affreschi, marmi, tessuti ed arredi.
Alcuni documenti attestano un significativo ampliamento del palazzo nel 1513-14 sotto la committenza di Nicolò Querini e un altro cospicuo intervento nel 1515-18 quando vennero spesi dei denari per un ulteriore ampliamento, riparazione ed abbellimento della residenza.
Il primo lotto di interventi si concluse entro il 31 luglio 1525.
Durante i lavori Palma il Vecchio venne incaricato di decorare la "Camera d'oro" nella quale si trovava anche un caminetto in marmo finemente arricchito con lo stemma di famiglia che riprendeva la cinquecentesca facciata appena realizzata probabilmente dalla cerchia dei Lombardo.
Tra il 1614 e il 1654 viene acquistata una proprietà a confine e il palazzo di fronte al rio, oggi di proprietà della parrocchia e tra il 1660 e il 1710 si ha l'unificazione delle due antiche case cinquecentesche. A questa serie di interventi va ricondotta la realizzazione di un ponte aereo che univa il palazzo con il nuovo acquisto di fronte al rio e un ulteriore ponte aereo, tutt'ora esistente, che univa il palazzo alla chiesa di S. Maria Formosa.
Ulteriori lavori di riordino della residenza vennero realizzati tra il 1789 e il 1797 in occasione del matrimonio tra Alvise Querini e Maria Teresa Lippomano; al palazzo venne aggiunto il terzo piano e l'apparato decorativo del portego e della camera nuziale venne arricchito con gli affreschi di Jacopo e Vincenzo Guarana, con gli interventi dell'ornatista Giuseppe Bernardino Bison e degli stuccatori Giuseppe e Pietro Castelli.
Nel corso del XIX secolo non ci furono particolari interventi architettonici tuttavia il conte Giovanni, decise di trasferire la propria abitazione al primo piano del Palazzo, affittando l'intero piano nobile al Patriarca di Venezia.
Nel 1869 alla morte di Giovanni, il Palazzo di Santa Maria Formosa divenne la sede della Fondazione da lui voluta; al primo piano venne allestita la biblioteca, aperta nelle ore e nei giorni in cui tutte le altre sono chiuse e al piano nobile vennero raccolti i dipinti, gli arredi, le porcellane, le sculture e gli oggetti d'arte che permisero di riallestire ed aprire al pubblico la dimora storica della nobile famiglia veneziana.
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