ll Museo Valdese di Torre Pellice è il capofila del sistema museale eco-storico delle valli valdesi che comprende una decina di musei.

Vi sono conservati una copia della famosa Bibbia di Olivetano (1535, prima traduzione in france­se della Bibbia), la colubrina del capitano Giosué Gianavello, vari cimeli del generale Beckwith, una raccolta di armi usate nelle guerre di religione a cui sono stati costretti i Valdesi, tra cui una serie di "beidane", il pulpi­to e le panche del tempio settecentesco di Villasecca, banchi, cattedra e pallottoliere prove­nienti da una delle scuole Beckwith (1800), ol­tre a numerosi attrezzi agricoli, mobili, arredi e corredi della comunità nei secoli.

Via Beckwith 3
1066 Torre Pellice (Torino)
Tel 0121/932566
orari: 
 giovedì, sabato e domenica 15.00/18.00 altri giorni su prenotazione
 Localizza sulla mappa
Sorto fin dal 1889 in altra sede, si è trasferito nell'ex Convitto valdese eretto nel 1922 in me­moria dei caduti della Prima Guerra Mondiale e dal 1991, ampliatesi con la sezione etnografi­ca, il museo di Torre Pellice è di fatto l'istitu­zione cui fanno capo le altre realtà conservati-ve-museali della comunità delle Valli valdesi e ne coordina il sistema. Sono altre otto, infatti, sparse sul territorio, le raccolte che raccontano la storia dei Valdesi.
Vi sono conservati una copia della famosa Bibbia di Olivetano (1535, prima traduzione in france­se della Bibbia), la colubrina del capitano Gio-sué Gianavello, vari cimeli del generale Beckwith, una raccolta di armi usate nelle guerre di religione a cui sono stati costretti i Valdesi, tra cui una serie di "beidane", il pulpi­to e le panche del tempio settecentesco di Vil-lasecca, banchi, cattedra e pallottoliere prove­nienti da una delle scuole Beckwith (1800), ol­tre a numerosi attrezzi agricoli, mobili, arredi e corredi della comunità nei secoli.

Sorto fin dal 1889 in altra sede, si è trasferito nell'ex Convitto valdese eretto nel 1922 in me­moria dei caduti della Prima Guerra Mondiale e dal 1991, ampliatesi con la sezione etnografi­ca, il museo di Torre Pellice è di fatto l'istitu­zione cui fanno capo le altre realtà conservati-ve-museali della comunità delle Valli valdesi e ne coordina il sistema. Sono altre otto, infatti, sparse sul territorio, le raccolte che raccontano la storia dei Valdesi.

Val d'Angrogna - Odin Bertot: l'ambientazione originaria e il materiale esposto rievocano una delle numerose scuole create su iniziativa del generale Beckwith (1800) e il museo della don­na documenta il ruolo della donna nella vita contadina e religiosa della valle. Rorà: il museo è situato in una delle più anti­che case del borgo. 

Al pianterreno la documen­tazione sulla pietra di Luserna, il famoso gneiss lamellare estratto da oltre due secoli nelle locali cave, visitabili in collegamento al museo. Frali e Val Germanasca: è situato in uno dei più antichi luoghi di culto valdesi (1556) ed il­lustra la storia della Val Germanasca: un'ampia sezione è dedicata alle miniere di talco, vi è una pregevole raccolta di campioni di minerali e una ricca documentazione fotografica su flora e fauna della valle.
Rodoretto: nato come esposizione di un centi­naio di oggetti che illustrano il lavoro e la vita montanara, il museo contiene attrezzi del lavo­ro agricolo, utensili da miniera, un'antica misu­ra per cereali.

Massello - La Balsiglia: allestito nel 1939 e si­stemato nei locali della scuola locale, il museo ricorda un periodo significativo nella storia dei Valdesi in Piemonte, gli anni del loro esilio in Svizzera e Germania (1687), il rientro in patria nel 1689 e la strenua resistenza alla Balsiglia nell'inverno 1689/90.
-->

San Germano: inaugurato nel 1985 documen­ta la condizione femminile attraverso la storia e l'attività del paese. Particolare importanza hanno le vicende del cotonificio Widemann, che tanta parte ebbe per l'economia della val­le tra l'Ottocento e la prima metà del secolo in corso.

Pomaretto: è un'esposizione di antichi mestieri illustrati da modellini in legno - scolpiti da Car­lo Ferrerò e vestiti dalla moglie Enrichetta -corredata da ampi pannelli esplicativi relativi ai processi lavorativi ed agli attrezzi artigianali. Particolarmente interessante la descrizione del lavoro in miniera, secolare attività tipica della valle.
Pramollo: il museo, collocato in un'antica scuo­la Beckwith, tratta dell'istruzione primaria a San Germano, Pramollo e nelle valli valdesi, tra i primi decenni del 1800 e gli inizi del 1900. Un percorso museale completo e variegato, dunque, per meglio conoscere la realtà religio­sa e sociale valdese.

Sono consigliati almeno due giorni da dedicare all'argomento e per ogni informazione in pro­posito va contattato il museo di Torre Pellice o l'Ente Tavola Valdese. 
 
Custom Search

 
Se ti è piaciuto questo articolo, iscriviti al feed cliccando sull'immagine qui sotto per essere informato sui nuovi contenuti del blog:

Commenti

Post popolari in questo blog

Non più solo Pompei e Caserta, la Campania ha tanto altro da offrire in materia museale.

I musei italiani possono essere considerati dei veri e propri depositi della memoria storica.

Casa Museo "Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio".