Museo "Martini" di Storia dell'Enologia, un museo straordinario per entrare in contatto con un intero mondo e una cultura, legati al vino.
Dedicare un museo al vino fu, nel 1961, una scelta di Lando Rossi di Montelera.
Le sale del museo sono state ricavate dalle cantine originali della palazzina tardo settecento, sede dei primi stabilimenti della Martini & Rossi.
Sono oltre 600 i pezzi esposti: un excursus sul vino dal primo millennio a.C. fino al secolo scorso.
mondomartini@bacardi.com
Le sale del museo sono state ricavate dalle cantine originali della palazzina tardo settecento, sede dei primi stabilimenti della Martini & Rossi.
Sono oltre 600 i pezzi esposti: un excursus sul vino dal primo millennio a.C. fino al secolo scorso.
orari: da martedì a venerdì 14.00/17.00 sabato e domenica 9.00/12.00-14.00/17.00 chiuso lunedì
Piazza Luigi Rossi I 10020 Pessione frazione di Chieri (Torino) tel. 011/94191mondomartini@bacardi.com
Questo museo è l'esempio di un grande amore per il proprio lavoro. L'appassionato si chiamava Lando Rossi di Montelera ed era amministratore delegato della Martini & Rossi.
Nel 1960 volle raccontare non solo la propria azienda, ma soprattutto la storia del vino. Così sistemò nella cantina di mattoni rossi del primo stabilimento Martini la sua collezione privata di oggetti in terracotta etruschi, attici, apuli. Erano anfore per l'invecchiamento del vino, idrie per annacquarlo, crateri per berlo, filtri per il vino aromatizzato.
-->Nel 1960 volle raccontare non solo la propria azienda, ma soprattutto la storia del vino. Così sistemò nella cantina di mattoni rossi del primo stabilimento Martini la sua collezione privata di oggetti in terracotta etruschi, attici, apuli. Erano anfore per l'invecchiamento del vino, idrie per annacquarlo, crateri per berlo, filtri per il vino aromatizzato.
Ma per arricchire l'esposizione, poco tempo dopo vi fu aggiunta una raccolta di attrezzi da lavoro, torchi e carri agricoli. In seguito arrivò anche una collezione di reperti di età imperiale di proprietà della Soprintendenza piemontese.
E così è nato un museo straordinario. Nelle sue diciotto sale è possibile conoscere non solo la storia dell'evoluzione tecnica dell'enologia, ma entrare in contatto con un intero mondo e una cultura, legati al vino.
E' conservata la splendida anfora del ceramografo chiamato "pittore di Hearst", vecchia di ventiquattro secoli; ci sono gli orci in cui i "vigneron" dell'antichità schiarivano il vino torbido con la chiara d'uovo montata a neve; e ancora le anfore per i banchetti raffinati dell'antica Roma quelle per il vino scadente da dare ai soldati o nelle bettole della Suburra.
La storia del vino continua: sono raccolti reperti dell'epoca barbarica, manufatti appartenuti a conventi benedettini e dell'epoca rinascimentale. Non mancano bellissimi carri agricoli del Settecento, scolpiti con incredibile efficacia, coppe d'argento, torcili ili ogni lipo e di ogni epoca. Non potrebbe mancare hi sala dedicata all'azienda, in cui i Rossi di Montelera parlano del loro lavoro, dei loro cento e più anni vissuti con il vino.
E' qui il simbolo della loro storia, il primo tino con cui Luigi Rossi, nel 1863, iniziò la sua storia di industriale.
Progettato da Oberto Spinola, primo direttore del Museo, e ambientato in 16 sale ricavate dalle antiche cantine della villa settecentesca, che fu sede dei primi stabilimenti Martini & Rossi a Pessione, frazione di Chieri, il Museo trova la sua collocazione ideale fra i mattoni a vista delle pareti e delle volte perfettamente conservati.
Presentati in ordine tematico, si susseguono antichi oggetti rituali e simbolici, anfore e vasi di epoche remote a partire dal secondo millennio Avanti Cristo fino all’età Imperiale Romana, grandi torchi in legno, carri per il trasporto di uve e botti, cristalli e argenti preziosi, accanto a filtri e alambicchi di rame, primi testimoni di una nuova era, quella industriale, che ha contribuito enormemente ad ampliare le conoscenze e le tecniche in campo enologico.
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